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Malattia oncologica e lavoro: cosa prevede la nuova legge

Il 14 luglio 2025 è una data che segna un punto di svolta nella tutela dei lavoratori colpiti da patologie oncologiche. Il Parlamento ha approvato in via definitiva la legge n. 1430, che introduce importanti novità in materia di conservazione del posto di lavoro, permessi retribuiti e congedi straordinari. Ecco cosa sapere.

Cosa cambia per lavoratori e aziende

Ogni anno in Italia migliaia di persone in età lavorativa ricevono una diagnosi oncologica.

Fino ad oggi, le tutele erano frammentate tra normative diverse, spesso poco chiare o difficili da applicare.

Con questa nuova legge, lo Stato risponde a un’urgenza reale:

  • garantire dignità
  • protezione
  • e stabilità lavorativa

a chi affronta una delle sfide più dure della vita.

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Il posto di lavoro: protezione fino a 24 mesi

Il cuore della riforma riguarda la conservazione del posto di lavoro per chi è malato oncologico.

In passato, scaduti i termini del cosiddetto “periodo di comporto” (il tempo massimo di assenza per malattia previsto dai contratti), il lavoratore poteva essere licenziato. Ora le cose cambiano:

  • le assenze per cure oncologiche non vengono più sommate a quelle per altre malattie
  • il lavoratore ha diritto alla conservazione del posto per un massimo di 24 mesi
  • al rientro, deve essere reintegrato – nei limiti del possibile – nella stessa mansione, evitando demansionamenti non giustificati.

Una protezione che finalmente riconosce la specificità delle cure oncologiche, spesso lunghe e complesse.

Permessi retribuiti dedicati: 10 ore all’anno per controlli

Tra le novità più concrete e attese, i lavoratori oncologici potranno usufruire di 10 ore retribuite all’anno per effettuare visite mediche, esami e controlli specialistici legati alla propria condizione.

Questi permessi si aggiungono ai normali permessi per malattia e non richiedono la giustificazione come giorni di malattia ordinaria.

È un segnale importante: lo Stato riconosce che i controlli post-terapia fanno parte integrante del percorso di cura.

Congedo straordinario fino a due anni

Un altro pilastro della nuova norma è la possibilità di usufruire di un congedo straordinario di massimo 24 mesi, da usare anche in forma frazionata, secondo le necessità terapeutiche.

Questo strumento è disponibile per tutti i lavoratori dipendenti – pubblici e privati – a condizione che la patologia sia certificata da centri medici accreditati.

Durante il congedo, il lavoratore mantiene i propri diritti previdenziali e può pianificare le cure senza il timore di perdere il lavoro.

Indennità economica dal 1° gennaio 2026

Chi usufruirà del congedo straordinario potrà contare anche su un aiuto economico: dal 1° gennaio 2026 entrerà in vigore un’indennità specifica, legata alla retribuzione del lavoratore, il cui calcolo sarà definito da un decreto attuativo.

Fino ad allora, restano valide le tutele economiche previste dalle normali indennità di malattia.

Cosa cambia per le aziende

La legge non riguarda solo i lavoratori, ma coinvolge anche i datori di lavoro, chiamati a garantire il rispetto delle nuove norme e ad adottare un approccio più umano e flessibile nella gestione del personale.

Per le aziende più strutturate sarà più semplice adeguarsi, mentre per le microimprese potrebbero emergere difficoltà organizzative.

Ad ogni modo, l’adozione di buone pratiche inclusive rappresenta un investimento nella salute e nella motivazione del proprio team, oltre a rafforzare la reputazione aziendale.

L’Italia si allinea agli standard europei

In molti Paesi europei esistono già norme avanzate a tutela dei lavoratori affetti da patologie gravi. Con questa legge, l’Italia riduce il divario e si allinea alle raccomandazioni dell’Unione Europea sull’inclusione lavorativa e la protezione sociale.

Anche la European Cancer Patient Coalition ha accolto con favore la riforma, considerandola un esempio positivo da replicare in altri contesti.

Le voci che hanno reso possibile il cambiamento

Questa legge è frutto di un lavoro condiviso: associazioni di pazienti, sindacati, società scientifiche e politici di ogni schieramento hanno collaborato per scrivere un testo capace di mettere al centro la persona.

Un segnale incoraggiante per la politica italiana, che dimostra come, su temi di reale impatto sociale, il dialogo possa prevalere sulle divisioni.

Le criticità da risolvere

Non mancano però alcuni punti critici:

  • l’indennità partirà solo nel 2026, lasciando scoperti per alcuni mesi i lavoratori che usufruiranno subito del congedo
  • le piccole imprese potrebbero incontrare difficoltà nel gestire assenze prolungate
  • alcune associazioni chiedono già di aumentare le ore di permesso e introdurre soluzioni di smart working dedicate ai lavoratori oncologici.

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