1. Home
  2. Blog
  3. Pensioni
  4. Pensioni: nel 2027 slitta l’aumento dell’età pensionabile (ma non per tutti)

Pensioni: nel 2027 slitta l’aumento dell’età pensionabile (ma non per tutti)

C’è una novità importante in arrivo sul fronte pensioni. Il famoso aumento automatico di tre mesi di lavoro prima di poter andare in pensione, previsto per il 2027, non scatterà per tutti. Vediamo cosa significa in concreto.

Aumento dell’età pensionabile dal 2027

Nel 2027 sarebbe dovuto scattare un aumento automatico di tre mesi dell’età pensionabile per effetto dell’adeguamento alla maggiore aspettativa di vita. In pratica, tutti avrebbero dovuto lavorare tre mesi in più prima di poter andare in pensione di vecchiaia.

Ora però il Governo sta preparando una manovra per congelare questo aumento.

Il motivo? Ridurre il peso economico per lo Stato e allo stesso tempo evitare un nuovo slittamento per chi è ormai vicino alla pensione.

Una decisione che, però, non riguarda tutti i lavoratori: la sospensione sarà solo parziale.

I vantaggi andranno a chi si trova ormai a un passo dal traguardo, mentre chi è ancora a qualche anno di distanza dovrà comunque fare i conti con un ritardo nell’uscita dal lavoro.

PRESTITI ONLINE
PER PENSIONATI E DIPENDENTI PUBBLICI
PREVENTIVO GRATIS IN 1 MINUTO
16/10/2025 – Servizio Prestiti Attivo: Leggi di più
Hai un codice promozione?
Hai un codice promozione?
Inviando la richiesta dichiaro di avere letto l’informativa privacy
Prestiter Cessione del Quinto

Il congelamento: chi potrà beneficiarne

Il Governo starebbe valutando un blocco selettivo: il congelamento dei tre mesi scatterebbe solo per chi nel 2027 avrà già compiuto 64 anni.

In parole semplici, chi avrà raggiunto questa soglia potrà andare in pensione senza l’aumento previsto, mantenendo le regole attuali.

Al contrario, chi avrà 62 o 63 anni, anche con una lunga carriera contributiva alle spalle, dovrà lavorare tre mesi in più.

Una scelta che ridurrebbe notevolmente i costi della misura, stimati in circa 1 miliardo di euro l’anno se applicata a tutti, ma solo 300 milioni con questa versione più ristretta.

L’alternativa, un aumento “soft”

Un’altra ipotesi al vaglio è quella proposta dalla Ragioneria Generale dello Stato: invece di cancellare del tutto l’aumento, si potrebbe optare per un ritocco più leggero, pari a un solo mese in più di lavoro.

Questo “mini-aumento” potrebbe essere applicato in due modi:

  • Direttamente aumentando di un mese l’età pensionabile
  • Oppure tramite una finestra mobile, ossia un periodo di attesa tra il momento in cui si matura il diritto e quello in cui si può effettivamente smettere di lavorare.

In questo modo si limiterebbe l’impatto sui conti pubblici, senza penalizzare troppo chi è vicino alla pensione.

Il nodo dell’aspettativa di vita e dei coefficienti

Il tema è più complesso di quanto sembri. Ogni volta che cresce l’aspettativa di vita media, scatta automaticamente un adeguamento dell’età pensionabile. È il modo in cui il sistema pensionistico cerca di mantenere un equilibrio tra anni di lavoro e anni di pensione.

Bloccare questo meccanismo, però, può creare effetti collaterali.

Come ricorda la Ragioneria, se l’adeguamento fosse cancellato senza modificare i coefficienti di trasformazione (i parametri con cui si calcola la pensione in base ai contributi versati), l’importo degli assegni potrebbe ridursi fino al 9%.

In altre parole: congelare l’aumento dell’età pensionabile senza ritoccare i coefficienti rischia di tradursi, paradossalmente, in pensioni più basse.

Chi ci guadagna e chi no?

I vantaggi maggiori andrebbero a:

  • I lavoratori che nel 2027 avranno già compiuto 64 anni;
  • chi è prossimo alla pensione e potrà evitare i tre mesi aggiuntivi;
  • chi ha carriere lunghe e vuole uscire dal lavoro con le regole attuali.

Le maggiori penalizzazioni, invece, andrebbero a:

  • I più giovani, che dovranno comunque restare al lavoro più a lungo;
  • Chi si trova nel pieno della carriera e rischia di dover affrontare ulteriori adeguamenti in futuro;
  • Chi, nel caso dei coefficienti, potrebbe ricevere un assegno più basso se non si interverrà sul calcolo.

Le regole pensionistiche cambiano spesso, e ogni novità può influire sul momento in cui si potrà smettere di lavorare e su quanto si riceverà ogni mese.

Per questo è fondamentale tenere d’occhio la propria posizione contributiva e valutare fin da ora strumenti che permettano di affrontare la pensione con serenità.

Segui 

troverai ogni mese informazioni chiare, utili e sempre aggiornate sul fronte delle pensioni!

Condividi sui Social
Prestiter Migliore Sempre

Liquidità per ristrutturare casa, l’auto nuova, sistemare le finanze familiari, un matrimonio…
Prestiter è il tuo alleato nei momenti che più contano, con 20 anni di esperienza e la nostra capillare rete di consulenti esperti.

Crediamo fortemente nelle persone. E siamo specializzati nel rendere la tua vita sempre migliore!