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Rivoluzione smart working: opportunità e sfide

Tra i tanti cambiamenti portati dalla pandemia, uno dei più evidenti riguarda il modo in cui lavoriamo. Lo smart working, a lungo trascurato in Italia, si è rivelato un’opportunità preziosa, capace di offrire vantaggi a cascata, anche per il pianeta, basti pensare ai minori spostamenti e agli effetti positivi sull’inquinamento ambientale. Per sfruttare pienamente i tanti benefici offerti dal lavoro agile bisogna però definire modalità e dettagli, fondamentali per tutelare sia i lavoratori che le imprese. Vediamo perché!

Lo smart working in Italia

La politica italiana ha iniziato a interessarsi concretamente allo smart working nel 2017, mettendo in campo una legge ad hoc. La legge gettava le basi per il lavoro agile, affidando però alla contrattazione sindacale e individuale la definizione di diversi aspetti. Fatta eccezione per una piccola percentuale di aziende, che ne hanno immediatamente colto le potenzialità, lo smart working è rimasto un fenomeno trascurabile in Italia, almeno fino all’emergenza COVID-19.

Infatti, secondo i dati diffusi dal Politecnico di Milano, durante il lockdown gli italiani in smart working sono passati da 570 mila a 8 milioni. Una rivoluzione per il mondo del lavoro che apre scenari interessanti in alcuni settori, come la possibilità di essere assunti anche da aziende situate in altre città.

La percezione dei lavoratori italiani

Ma come hanno vissuto lo smart working i lavoratori italiani? In base a un’indagine della CGIL-Fondazione Di Vittorio, il 94% degli intervistati ha apprezzato la possibilità di risparmiare il tempo degli spostamenti casa-lavoro-casa, ma anche la maggiore flessibilità e l’opportunità di lavorare per obiettivi, bilanciando meglio le ore dedicate al lavoro e al tempo libero.

Molti (il 71%) hanno tuttavia lamentato il fatto di avere meno occasioni di confronto con i colleghi, oltre all’aumento dei carichi familiari.

In sostanza, più della metà dei lavoratori interpellati ha affermato di essere favorevole a continuare il lavoro agile, preferibilmente con una formula mista e avendo la possibilità di scegliere.

Le sfide per la politica e le imprese

Per capitalizzare le opportunità emerse durante la pandemia è necessario stabilire regole chiare e contratti che disciplinino diversi aspetti ancora in ombra. Ecco qualche esempio:

  • sicurezza delle connessioni;
  • rispetto delle privacy;
  • reperibilità e diritto alla disconnessione.

Diversi colossi dell’hi-tech – come Microsoft, Facebook e Twitter – hanno già cominciato a lavorarci. Il lockdown ha infatti evidenziato che il lavoro agile, oltre a favorire la produttività, può rappresentare una leva importante per la serenità dei dipendenti e per la loro soddisfazione, introducendo elementi di flessibilità, responsabilizzazione e autonomia che vanno ben oltre il solo lavoro da remoto. La strada è senz’altro più lunga per le piccole e medie imprese, la rivoluzione smart working è appena all’inizio e sarà interessante analizzare i prossimi sviluppi.

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