Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha cambiato le regole del gioco per chi usufruisce dei permessi della Legge 104. Per la prima volta viene riconosciuto in modo chiaro che l’assistenza ai familiari disabili può essere prestata anche nelle ore serali e notturne, senza vincoli rigidi di orario. Una novità che segna un passo avanti importante per i lavoratori e le loro famiglie.
Legge 104: un diritto fondamentale per i lavoratori
La Legge 104/1992 è uno strumento di tutela che garantisce permessi lavorativi retribuiti a chi assiste familiari con disabilità grave.
Per i lavoratori si tratta di un diritto soggettivo: il datore di lavoro non può negarlo né limitarlo, ma solo verificarne la corretta applicazione. L’obiettivo della normativa è duplice:
- consentire alle persone fragili di restare nel proprio contesto familiare;
- sostenere chi se ne prende cura, senza rischiare il posto di lavoro.
La sentenza della Cassazione: cosa cambia
Il 2 settembre 2025 la Cassazione ha affrontato un caso che farà da precedente. Un dipendente era stato sanzionato perché aveva utilizzato i permessi per assistere la madre disabile dopo l’orario lavorativo, in fascia serale e notturna.

La Corte ha chiarito che i permessi Legge 104 non sono vincolati all’orario di lavoro. Se l’assistenza è reale, può essere prestata in qualunque momento della giornata.
I punti fondamentali della decisione:
- i permessi possono essere usati in modo flessibile;
- l’assistenza notturna rientra pienamente nel diritto dei lavoratori;
- l’onere della prova di un eventuale abuso spetta al datore di lavoro.
Legge 104 lavoratori: cosa significa l’assistenza notturna
Fino ad oggi molte aziende ritenevano che i permessi dovessero coincidere con le ore di ufficio. Con la nuova interpretazione, invece, un dipendente può:
- occuparsi del genitore non autosufficiente durante la notte;
- assistere un familiare per terapie o cure serali;
- documentare l’attività svolta anche se non coincide con l’orario d’ufficio.
Si tratta di un riconoscimento importante, perché in moltissime famiglie i momenti più delicati si concentrano proprio la sera e la notte, quando la presenza di un caregiver diventa indispensabile.
Rapporti di lavoro: più tutele per i dipendenti
Per i lavoratori la sentenza si traduce in:
- maggiore libertà nella gestione dei permessi;
- possibilità di conciliare lavoro e famiglia senza timore di sanzioni;
- rafforzamento della tutela legale in caso di contestazioni.
Le aziende, invece, sono chiamate ad adeguare le proprie prassi interne, evitando di adottare interpretazioni restrittive che potrebbero portare a contenziosi.
Permessi 104 e onere della prova
Un altro punto cruciale riguarda le responsabilità in caso di verifica:
- il lavoratore deve poter dimostrare di aver effettivamente prestato assistenza (con documenti, testimonianze o riscontri oggettivi);
- il datore di lavoro deve provare un eventuale abuso o utilizzo improprio del permesso.
Questo principio tutela entrambe le parti e riduce il rischio di sanzioni arbitrarie.
Casi pratici di applicazione
Ecco alcuni esempi in cui la nuova interpretazione diventa decisiva:
- un turnista che può assistere il familiare solo la notte;
- un dipendente che deve somministrare terapie serali;
- un caregiver che si organizza in base agli orari scolastici dei figli o agli impegni della famiglia.
In tutti questi casi i permessi legge 104 lavoratori risultano finalmente più aderenti alle reali esigenze delle persone coinvolte.
La decisione della Cassazione segna un’evoluzione importante della giurisprudenza. L’attenzione si sposta sempre più sulla centralità della persona fragile, piuttosto che su vincoli burocratici e orari fissi.
Per i lavoratori questo significa nuove possibilità di conciliazione vita-lavoro, per le aziende una maggiore responsabilità nel gestire le richieste in modo rispettoso e trasparente.
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