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Lavoro e salute mentale: le sfide delle nuove generazioni

Negli ultimi anni, il tema della salute mentale è diventato centrale nel mondo del lavoro. Sempre più persone, la maggior parte donne, si trovano a dover affrontare il rischio di gravi problemi come il burnout e lo stress correlato all’impiego. Ecco cosa fare per migliorare questa situazione.

Lavoro e salute mentale

Può sembrare un paradosso ma, negli ultimi anni, lavorare è diventato sempre più rischioso per la salute mentale.

Secondo un recente rapporto di Deloitte sulla Generazione Z e i Millennials, oltre il 40% di coloro che fanno parte di queste categorie ha sperimentato:

  • ansia
  • stress
  • e burnout

sul luogo di lavoro. E le donne in particolare sembrano essere maggiormente colpite da queste problematiche.

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Ci sono diverse ragioni alla base di questi malesseri così diffusi, tra cui:

  • le preoccupazioni economiche, che vanno dal dover affrontare un futuro incerto, spesso passando da uno stipendio all’altro senza prospettive solide, al bisogno di acquistare una casa, una macchina, eccetera;
  • il carico emotivo, derivante dalla cura dei figli o dei genitori anziani, che deve essere conciliato con la professione;
  • l’impatto dei social media, che aumenta molto spesso la solitudine e la sensazione di inadeguatezza.

L’ambiente di lavoro, inoltre, si rivela essere uno dei principali drenanti di energie positive. La ricerca rivela che:

  • il 36% della Generazione Z si sente esausta per la maggior parte del tempo trascorso al lavoro
  • mentre il 35% si sente distaccato mentalmente dal proprio lavoro e il 42% fatica a dare il massimo.

Tra i Millennials, le percentuali sono rispettivamente del 30%, 28% e 40%.

Cosa possono fare le aziende?

Le aziende hanno una responsabilità cruciale in questa situazione.

I lavoratori chiedono un cambiamento immediato e ritengono che le organizzazioni non stiano facendo abbastanza. La salute mentale è diventata uno dei fattori più importanti nella valutazione di potenziali nuovi lavori per oltre l’80% dei partecipanti all’indagine.

E non sono sufficienti iniziative isolate, poiché il disagio mentale è ancora associato a un forte stigma. Molti intervistati:

  • non si sentono a proprio agio a parlare di stress e ansia sul lavoro
  • e oltre la metà di coloro che si sono assentati per problemi di salute mentale non hanno rivelato la vera ragione al loro superiore.

La strada verso una normalizzazione della cura della salute mentale è ancora lunga.

Quindi, cosa si può fare

Dare Supporto

È fondamentale agire in modo trasversale:

  • creando una cultura del lavoro in cui il benessere mentale possa essere discusso apertamente
  • e in cui le persone siano incoraggiate a cercare un sostegno adeguato.

Ciò implica offrire strumenti e politiche di supporto e incoraggiare le persone a fare domande senza il timore del giudizio altrui.

Garantire flessibilità

La flessibilità è la misura più richiesta dalle nuove generazioni e il raggiungimento di un equilibrio sano tra lavoro e vita privata è la priorità numero uno.

È importante che i manager diano l’esempio, introducendo:

  • linee guida per contrastare l’abitudine di essere “sempre connessi”
  • e incoraggiando le persone a staccare realmente la spina al di fuori dell’orario di lavoro.

Inclusione sul luogo di lavoro

Un altro aspetto cruciale su cui concentrarsi è l’inclusione sul luogo di lavoro, promuovendo leadership inclusive a tutti i livelli, che favoriscano:

  • la fiducia
  • e l’empatia tra le persone,
  • eliminando giudizi e discriminazioni.

È essenziale favorire conversazioni aperte, individuare segnali di malessere e offrire supporto in modo proattivo, ma senza giudicare. Solo creando nuovi ambienti di lavoro basati su questi pilastri sarà possibile garantire che ogni individuo si senta bene nel proprio contesto lavorativo.

In conclusione: il collegamento tra lavoro e salute mentale rappresenta una sfida significativa per le nuove generazioni. È compito delle aziende intervenire per ridurre le cause del burnout e creare un ambiente di lavoro che favorisca il benessere mentale. È necessario adottare politiche di flessibilità, combattere gli atteggiamenti non inclusivi e promuovere una cultura del lavoro in cui la salute mentale sia oggetto di discussione aperta. Solo attraverso queste azioni si potrà costruire un futuro lavorativo più sano e appagante.

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