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Pensioni 2026: aumenti in arrivo grazie alla rivalutazione del 4,04%

Il 2026 si preannuncia come un anno positivo per chi è prossimo alla pensione: le pensioni aumenteranno grazie a una rivalutazione del montante contributivo pari al 4,04%, il valore più alto registrato negli ultimi vent’anni. Un segnale di fiducia per l’economia e un beneficio concreto per i futuri pensionati, che vedranno assegni più alti rispetto a chi è andato in pensione negli anni precedenti.

Cos’è la rivalutazione del montante contributivo

Ogni anno, l’ISTAT calcola il coefficiente di capitalizzazione del montante contributivo, cioè la percentuale che serve ad aggiornare il valore dei contributi versati nel corso della carriera lavorativa.

In parole semplici, si tratta di una rivalutazione automatica che permette ai contributi accumulati di crescere nel tempo, in base all’andamento del PIL nominale degli ultimi cinque anni.

Per il 2026, il coefficiente sarà del +4,04%: significa che i contributi versati fino al 31 dicembre 2024 verranno rivalutati di questa percentuale, aumentando così il valore complessivo del montante su cui sarà calcolata la pensione.

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Chi beneficerà dell’aumento

La rivalutazione del 4,04% si applica ai contributi versati fino al 31 dicembre 2024, e riguarda:

  • i lavoratori dipendenti e autonomi iscritti all’INPS;
  • i professionisti che aderiscono a gestioni previdenziali con sistema contributivo;
  • tutti coloro che andranno in pensione tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2026.

Il vantaggio sarà maggiore per chi ha carriere contributive complete e montanti consistenti, perché la percentuale si applica sull’intero capitale accumulato.

Chi resterà escluso

Non tutti potranno godere di questo aumento. Restano esclusi:

  • chi andrà in pensione entro il 31 dicembre 2025, che vedrà applicato il coefficiente precedente (più basso);
  • i già pensionati, che continueranno a ricevere solo la rivalutazione annuale all’inflazione;
  • chi percepisce prestazioni assistenziali (come assegni sociali o pensioni minime integrate), che non dipendono dai contributi versati.

Inoltre, la rivalutazione non si applica ai contributi versati durante il 2025 o nell’anno stesso del pensionamento, ma solo a quelli già maturati fino a fine 2024.

Perché è importante conoscere il proprio montante contributivo

Il montante contributivo è la somma di tutti i contributi versati nel corso della vita lavorativa, rivalutati ogni anno in base al PIL.

È, in sostanza, il “tesoretto previdenziale” che determina l’importo finale della pensione.

Quando si raggiunge l’età pensionabile, il montante viene trasformato in rendita tramite un coefficiente di trasformazione: più alto è il montante e più tardi si va in pensione, più elevato sarà l’importo dell’assegno mensile.

Con una rivalutazione del 4,04%, il 2026 diventa un anno strategico per chi si trova vicino al traguardo: anche pochi mesi di differenza nella data di uscita possono tradursi in un aumento permanente della pensione.

Cosa significa per i futuri pensionati

Questo aumento non è solo un vantaggio economico, ma anche un segnale di stabilità del sistema previdenziale italiano, che continua a garantire la crescita dei contributi anche in presenza di oscillazioni economiche.

Per chi si prepara al pensionamento, è quindi il momento giusto per:

  • verificare il proprio estratto conto contributivo INPS;
  • valutare, con l’aiuto di un consulente, il momento migliore per la domanda di pensione.

Per avere informazioni chiare e semplici su come verificare il proprio estratto contributivo non perdere la serie Pensioni: Istruzioni per l’Uso!, dedicata al Mese dell’Educazione Finanziaria e disponibile sul canale YouTube Prestiter!

In conclusione

Il 2026 porterà pensioni più alte per chi si affaccerà alla nuova fase della vita grazie a una rivalutazione del 4,04%, la più generosa degli ultimi vent’anni.

Una buona notizia per chi ha versato con continuità e per chi si prepara a godere dei frutti di una carriera lunga e stabile.

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