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Riforma delle pensioni: quali sono le prospettive?

Il tema delle pensioni in Italia è tornato al centro dell’attenzione a seguito dell’incontro tra il governo e i sindacati, avvenuto a fine maggio. Ecco un riepilogo per capire quali saranno le prospettive per la riforma delle pensioni del 2024.

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A seguito dell’incontro a Palazzo Chigi del 30 maggio, il governo ha ribadito la necessità di una riforma che:

  • protegga i futuri pensionati
  • e che eviti il rischio di pensioni troppo basse.

La situazione attuale del mercato del lavoro in Italia e le regole di calcolo del sistema contributivo, infatti, mettono a serio rischio le pensioni future e gli importi, che potrebbero essere molto bassi.

Nelle prossime settimane, si discuterà proprio della riforma delle pensioni, che, teoricamente, dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2024.

Quali scenari si profilano per la riforma delle pensioni?

Partiamo dallo scenario migliore. Se il governo decidesse di stanziare tra gli 8 e i 10 miliardi di euro per le pensioni, potrebbe verificarsi una riforma ampia, con un parziale superamento della legge Fornero già dal 2024. Ciò potrebbe includere:

  • l’estensione della possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica
  • e una revisione delle condizioni di accesso alla pensione anticipata, come stabilite dalla legge Fornero.

Inoltre:

  • potrebbe essere considerato un ritorno alle regole precedenti per l’Opzione Donna
  •  insieme a un’ulteriore proroga dell’Ape Sociale.

Un altro punto, potrebbe essere l’aumento delle pensioni minime. Nel 2024, infatti, è prevista una rivalutazione al 2,7% anziché all’1,5%, anche se potrebbe mancare la copertura finanziaria per confermare l’aumento a 600 euro per gli over 75.

Tuttavia, se le risorse a disposizione fossero limitate, comprese tra i 4 e gli 8 miliardi di euro, il governo dovrebbe concentrarsi su interventi mirati.

In questo caso:

  • potrebbe essere presa in considerazione solo l‘estensione di Quota 41 per tutti i lavoratori, che da sola richiederebbe una cifra compresa tra i 4 e i 5 miliardi di euro.
  • Opzione Donna potrebbe essere abbandonata definitivamente
  • mentre per l’Ape Sociale potrebbe essere prevista una proroga di un anno.

Per quanto riguarda l’aumento delle pensioni minime:

  • potrebbe essere confermato quanto stabilito nel 2023, con un aumento a 600 euro per coloro che hanno più di 75 anni
  • e una rivalutazione ordinaria, che garantirebbe solo un modesto aumento di 15 euro rispetto alla pensione minima attualmente garantita.

In sintesi

Le prospettive per la riforma delle pensioni in Italia dipenderanno dalle risorse economiche a disposizione del governo.

Se le risorse saranno consistenti, potrebbe essere attuata una riforma ampia che prevede:

  • l’estensione di Quota 41
  • il ritorno alle regole precedenti per Opzione Donna
  • e la proroga dell’Ape Sociale.

Se le risorse saranno limitate, si potrebbe concentrare l’attenzione solo:

  • su Quota 41
  • e su un modesto incremento delle pensioni minime.

L’Osservatorio sulla spesa previdenziale fornirà informazioni chiave per orientare le decisioni del governo in materia di riforma delle pensioni.

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