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Lavorare da Casa: ecco lo Smart Working

Lo chiamano Smart Working, lavoro agile. “Agile” è definita la prestazione effettuata da lavoratori dipendenti (non partite IVA) al di fuori dei locali aziendali. Oggi per tre quarti dei casi vuol dire lavorare da casa, anche se cresce chi lavora da hub o coworking esterni. Ecco di seguito tutte le caratteristiche della nuova legge.

Lavorare da casa è un’utopia di molti, un desiderio che nel futuro prossimo potrebbe divenire realtà. Il telelavoro è a una svolta: la pari dignità delle professioni svolte sia dietro una scrivania d’ufficio che dal computer di casa viene adesso sancita in 9 articoli dal Disegno di Legge collegato alla Legge di Stabilità 2016.

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Verso un nuovo rapporto di lavoro

Le aziende possono organizzarsi per lo Smart Working con soluzioni tecnologiche come la virtualizzazione del desktop, che consente al dipendente di lavorare da remoto.

Il lavoro da casa andrà regolato da un accordo scritto fra le parti, nel quale siano definiti modalità e utilizzo dei device tecnologici. L’intesa dovrà indicare anche le fasce orarie di riposo. Il lavoro “agile” può essere a tempo determinato o indeterminato, ma si può recedere solo per giusta causa o con un preavviso non inferiore ai 30 giorni.

La retribuzione non dovrà essere inferiore a quello degli altri colleghi che operano in azienda. Inoltre, i controlli del datore di lavoro dovranno restare nell’ambito dell’accordo individuale stipulato tra le parti o nel rispetto della legge sui controlli a distanza.

In materia di sicurezza sul lavoro, il Disegno di Legge copre sia gli infortuni occorsi lavorando fuori azienda sia quelli avvenuti durante il normale percorso di andata e ritorno, ad esempio dall’abitazione al coworking.

La norma stabilisce che siano riconosciuti anche gli incentivi fiscali e contributivi che la Stabilità prevede per la contrattazione di secondo livello. I contratti collettivi potranno integrare le norme di legge.

Smart Working: i benefici per aziende e dipendenti

L’Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano sostiene che questo anno il 17% delle grandi imprese sta realizzando progetti di Smart Working: la percentuale è cresciuta più del doppio rispetto allo scorso anno (era all’8%) e un’impresa su due ha messo a punto iniziative per aumentare la flessibilità su orari, spazi di lavoro e dotazione tecnologica.

Secondo le ricerche, questa tipologia di lavoro conviene sia ai lavoratori che alle aziende. Chi lavora in maniera flessibile – da casa e organizzandosi autonomamente – è mediamente più produttivo, anche del 35-40 per cento, rispetto ai dipendenti fissi in ufficio.

La possibilità di incontrare le esigenze dei lavoratori in termini di bilancio tra vita lavorativa e vita privata permette di massimizzare il potenziale di ognuno, aumentando il rendimento.

Chissà che lo Smart Working non riesca a aumentare la percentuale delle donne occupate: in Italia, infatti, lavorano solo 46,6 donne su 100, contro il 64% degli uomini, spesso perché è molto difficile riuscire a essere mamme e lavoratrici allo stesso tempo. Questa è una modalità di lavoro che permetterebbe di organizzare meglio tempi e pause e potrebbe rappresentare una buona soluzione anche per loro.

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