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Novità dal DEF: Quota 100, pensioni 2019 e Reddito di Cittadinanza

Nelle ultime settimane si sta parlando molto della Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (DEF) e, con essa, di Reddito di Cittadinanza, di Quota 100 e pensioni 2019. La Nota tratteggia il contesto all’interno del quale dovrebbe collocarsi la prossima legge di bilancio.

Il provvedimento propone di distribuire le risorse disponibili su alcune misure chiave: tra queste spiccano il rapporto età/contributi e il reddito. Vediamo quali sono le novità che la manovra introdurrebbe e cosa aspettarci dalla Nota di aggiornamento al DEF.

Quota 100 e pensioni 2019

L’espressione Quota 100 si riferisce ala somma tra l’età anagrafica del lavoratore e gli anni di contributi versati che, se pari o superiore a 100 permette di aver raggiunto i requisiti per il pensionamento indipendentemente dall’età anagrafica.

Si potrà quindi andare in pensione nel 2019 avendo, ad esempio, 36 anni di anzianità contributiva e 64 di età: molto prima dei 67 anni di età previsti dallo scatto delle norme già in vigore per il prossimo anno. La norma dovrebbe essere uguale per uomini e donne, lavoratori dipendenti e autonomi, privati e pubblici.

La quota 100 punta al superamento della Legge Fornero, permettendo la pensione anticipata a chi ha accumulato molti anni di contributi. Secondo quanto dichiarato dalla Nota, questa introduzione dovrebbe interessare circa 400 mila lavoratori: il loro pensionamento avrebbe anche l’effetto di provocare un turn-over professionale e favorire l’ingresso di molti giovani nel mondo del lavoro.

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Reddito di Cittadinanza

L’introduzione del reddito di cittadinanza prevede lo stanziamento di circa 10 miliardi di euro. Il provvedimento raggiungerebbe 6 milioni e mezzo di persone tra disoccupati e aventi un reddito annuo inferiore a determinate soglie, fino al raggiungimento di un minimo reddituale pari a 780 € mese.

La gestione del sistema per erogare il reddito di cittadinanza richiede, contestualmente, una riforma dei Centri per l’Impiego: per questa dovrebbero essere stanziati ulteriori due miliardi. I Centri per l’Impiego dovranno essere potenziati e coordinati tramite un patto di servizio. Si occuperanno di sottoporre proposte di lavoro a chi riceve il reddito di cittadinanza e, al terzo rifiuto, di segnalare la perdita del diritto a percepire la somma.

Ancora sulle pensioni 2019: la pensione di cittadinanza

La manovra vorrebbe provvedere anche ad aumentare la pensione minima a 780 € mensili, soglia ISTAT sotto la quale un pensionato viene considerato in condizione di povertà e rischio di esclusione sociale. Chi già sta percependo un assegno di importo inferiore a 780 € mensili avrebbe diritto all’integrazione. Un pensionato a cui, per il 2018, spettava un importo di 507 € per 13 mensilità, per il 2019 avrà diritto ad un’integrazione del reddito di pensione di 273 € al mese.

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Cosa ci aspetta ora?

Se attuati, questi provvedimenti porterebbero significative novità nel mondo di lavoratori e pensionati. La Nota di aggiornamento al DEF, già criticata da Banca d’Italia e dalla Corte dei Conti, si trova ora di fronte ad uno stop da parte dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, che non ne condivide strategie né proiezioni. Il documento dovrà dunque essere ridiscusso e quindi nuovamente sottoposto alle commissioni Bilancio di Camera e Senato.

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