Negli ultimi giorni i dazi imposti dagli Stati Uniti e il taglio dei tassi da parte della BCE potrebbero accendere nuove tensioni sui mercati internazionali. Simili decisioni hanno spesso effetti a catena sui prezzi, sull’inflazione e anche sui tassi di interesse. Proviamo a fare chiarezza.
Negli ultimi giorni si sono incrociate due notizie economiche molto importanti, che potrebbero cambiare il corso dei prossimi mesi per mutui, prestiti e persino le nostre bollette.
Da una parte, la BCE ha tagliato per la settima volta consecutiva i tassi di interesse, dall’altra, gli Stati Uniti hanno annunciato una strategia commerciale più aggressiva, premiando con dazi più bassi i Paesi che prendono le distanze dalla Cina.

Cosa stanno facendo gli USA?
L’amministrazione americana ha proposto dazi zero per auto e prodotti industriali provenienti dai Paesi che accettano di isolare la Cina dalle catene di approvvigionamento.
Si tratta di un segnale molto forte, con due obiettivi:
- colpire l’influenza cinese nei mercati globali, specie nei settori tecnologici e industriali
- ricostruire un blocco economico filo-occidentale, più compatto e meno dipendente dalla Cina.
Ma non tutti sono d’accordo: l’Unione Europea è cauta, teme ripercussioni sulle esportazioni e invita al dialogo. E anche alcuni Stati americani, come la California, stanno valutando azioni legali contro le nuove tariffe, preoccupati per le ricadute sull’economia locale.
La BCE taglia i tassi
Nel frattempo, in Europa la Banca Centrale Europea ha abbassato ancora i tassi d’interesse, portando quello sui depositi al 2,25% e quello principale al 2,4%. La mossa era attesa, dato che l’inflazione si sta avvicinando al 2%, ma l’economia dell’Eurozona rimane fragile.
Cosa cambia per noi?
Chi ha un mutuo a tasso variabile potrebbe risparmiare circa 18 euro al mese sulla rata.
I tassi fissi restano ancora interessanti: si apre una finestra utile per chi vuole surrogare o accendere un nuovo mutuo.
Anche i prestiti personali diventano più accessibili, con un costo del denaro più basso.
Ma questo non significa che tutto andrà bene: la BCE stessa invita alla prudenza. I segnali di ripresa sono deboli, e i benefici di tassi più bassi potrebbero essere annullati da un clima di incertezza internazionale.
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Qual è il filo che lega USA e BCE? Il fattore “rischio globale”
Le due notizie sembrano scollegate, ma non lo sono. Anzi, è proprio l’aggressività commerciale degli Stati Uniti a spingere l’Europa a tenere i tassi bassi.
L’Europa teme che:
- le nuove politiche protezionistiche USA rallentino il commercio mondiale;
- i suoi prodotti vengano penalizzati;
- le tensioni geopolitiche portino instabilità finanziaria.
In questo scenario, la BCE sta cercando di difendere la crescita interna con strumenti monetari, mentre aspetta di capire dove porterà la linea dura americana. E il nostro portafoglio rischia di essere l’ago della bilancia.
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