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Quota 103 frena le pensioni nella pubblica amministrazione

Nei primi tre mesi del 2024, il mondo delle pensioni ha visto una svolta piuttosto marcata, soprattutto tra i lavoratori della pubblica amministrazione, dove i pensionamenti sono scesi del 34,9%. Questo calo non è casuale: è il risultato della fine di Quota 100 e dell’introduzione della nuova Quota 103, che ha regole più severe. Ecco cosa sapere.

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Calano le richieste di pensionamento anticipato

A seguito dei cambiamenti normativi introdotti dalla Quota 103, molti hanno scelto di posticipare il proprio pensionamento. Durante i primi tre mesi dell’anno, l’INPS ha registrato l’emissione di 187.223 nuove pensioni, segnando un calo del numero delle richieste del 16,16% rispetto all’anno precedente.

Focalizzando l’attenzione sul primo trimestre del 2024, l’INPS ha liquidato 187.223 pensioni, di cui:

  • 72.829 sono state pensioni di vecchiaia, che rappresentano la quota più consistente
  • 56.660 sono state pensioni anticipate
  • 8.756 sono state pensioni di invalidità
  • mentre quelle destinate ai superstiti hanno raggiunto le 48.978 unità.

Si osserva anche una importante disparità di genere:

  • in media, le donne hanno percepito circa 999 euro
  • mentre gli uomini 1.473 euro

evidenziando una differenza del 32%.

Inoltre, l’Opzione Donna ha subito una drastica riduzione, con soli:

  • 1.276 pensionamenti nel trimestre 2024
  • rispetto agli 11.514 dell’anno precedente

una flessione dovuta alle nuove normative più stringenti introdotte dall’ultima Legge di bilancio. Per tutti gli aggiornamenti riguardo Quota 103, che potrebbe diventare Quota 104 dal 2025, guarda il video sul canale Prestiter di YouTube!

Nel pubblico impiego, si nota che la maggior parte delle pensioni erogate erano anticipate, con 10.287 trattamenti che hanno portato a casa una media di 2.483 euro ciascuno. Qui si è verificato il taglio più marcato nei pensionamenti, scendendo da 29.059 a 18.905. Questo rallentamento è palpabile in diverse categorie: dalle pensioni di vecchiaia a quelle di invalidità e ai superstiti.

Da questi dati emerge che l’età media per il pensionamento anticipato sta aumentando, essendo ora di 61,8 anni il requisito anagrafico per fare richiesta. L’aumento dell’età minima richiesta per il pensionamento anticipato indica una tendenza crescente tra i dipendenti del settore pubblico a prolungare il proprio percorso lavorativo.

Questo andamento solleva questioni importanti sul bilanciamento tra il diritto al riposo e la necessità di mantenere una forza lavoro esperta e competente nelle aree cruciali dell’amministrazione pubblica.

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