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APe volontario: tutto ciò che c’è da sapere sul prestito pensionistico

L’APe volontario sembra destinato a sbloccarsi entro la fine dell’estate, secondo quanto affermato dal Premier Gentiloni. Si tratta delle uscite anticipate che i lavoratori possono effettuare tramite il prestito pensionistico. Ecco le ultime novità!

Le tipologie di APe

La Legge di Bilancio approvata per il 2017 prevede la possibilità di uscire anticipatamente dal lavoro con lo strumento denominato Anticipo Pensionistico, o APe.

Tre le opzioni:

  • APe Agevolato (per le categorie maggiormente disagiate)
  • Quota 41 (destinata ai lavoratori precoci)
  • APe Volontario (o prestito pensionistico).

L’APe Agevolato è richiedibile da:

  • soggetti disoccupati, disabili o che assistono familiari con disabilità grave
  • con almeno 30 anni di contributi, 63 anni di età
  • e non più di 3 anni e 7 mesi al raggiungimento della pensione di vecchiaia.

Sono inclusi nell’agevolazione anche coloro che svolgono attività usuranti con almeno 36 anni di contributi, 63 anni di età e non più di 3 anni e 7 mesi al raggiungimento della pensione di vecchiaia. L’APe Agevolato non ha costi per i lavoratori, pur prevedendo un tetto massimo di 1.350 € lordi.

Possono beneficiare della Quota 41 coloro che:

  • rientrano nelle categorie previste per l’APe Agevolato
  • hanno 41 anni di contributi, di cui 12 mesi versati prima dei 19 anni.

In questo caso è possibile aderire anche prima dei 63 anni di età, limite previsto per l’accesso all’APe Agevolato.

L’APe volontario, invece, è anche noto come prestito pensionistico. Per quest’ultima categoria c’è stato un ritardo di alcuni mesi sulla tabella di marcia, ma ora sembra che tutto sia predisposto.

Tre i requisiti di base:

  • almeno 63 anni di età
  • almeno 20 anni di contributi
  • non più di 3 anni e 7 mesi per raggiungere i requisiti di vecchiaia.
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Come funziona il prestito pensionistico

I lavoratori che decidono di andare in pensione anticipatamente ottengono un vero e proprio prestito erogato dalla Banca.

Il prestito sarà poi restituito al raggiungimento dell’età pensionistica, con prelievi mensili sulla pensione per un totale di 20 anni. Il prestito sarà effettuato da parte delle banche e sarà inoltre garantito mediante una polizza emessa da una società assicurativa.

La rata da restituire alla banca sarà calcolata prendendo in considerazione l’anticipo temporale con il quale si richiede l’APe volontario e la relativa somma anticipata: tanto più saranno elevati questi due fattori tanto più sarà alta la rata relativa al prestito.

Nel conteggio si dovranno tenere presenti sia il tasso di interesse applicato dalla banca e sia il costo per stipulare la polizza assicurativa. Si tratta di costi per i quali tra Stato e banche saranno definiti degli accordi, che però nel corso del tempo potranno subire cambiamenti.

Per quanto riguarda i mesi di anticipo si va da un minimo di sei mesi fino ad un massimo di 43 mesi.

Anche l’importo finanziabile sarà compreso in un range che va da 150 euro al mese fino a una percentuale calcolata sulla pensione netta maturata dal lavoratore al momento in cui si inoltra la richiesta all’INPS che certificherà l’importo.

Relativamente alla percentuale massima che potrà essere erogata, si va dal 90% nel caso in cui l’anticipo sia minore di 12 mesi, all’85% quando i mesi di anticipo vanno da 12 a 23, scendendo all’80% quando l’anticipo è compreso tra 24 e 35 mesi e al 75% per oltre 35 mesi di anticipo.

Il lavoratore avrà la possibilità di definire l’anticipo a seconda delle proprie necessità. Ad esempio potrebbe decidere di non lasciare completamente il lavoro (magari passando ad un’attività lavorativa part-time) e ridurre in questo modo l’importo richiesto e la relativa rata.

Anche i lavoratori che godono dell’APe sociale, che ha un massimale di 1500 euro lordi, potranno fare richiesta di APe volontario per potersi assicurare la quota eccedente questa cifra.

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