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Colloquio di lavoro? Ecco cosa sapere

Vuoi avere successo nel tuo prossimo colloquio di lavoro? Parti preparato: scopri le dieci domande più frequenti!

Le domande al colloquio per rompere il ghiaccio

“Mi parli di lei…”

Avviare la conversazione è importante, proprio per questo spesso la prima domanda è un generico: “Mi parli di lei”. È bene scegliere una descrizione breve ma che resti impressa nella mente di chi sta conducendo il colloquio, valorizzando esperienze rilevanti.

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“Perché vuole lavorare con noi?”

Altra domanda frequente è la mitica: “Perché vuole lavorare con noi?” Anche qui si deve essere decisi, non eccessivamente smielati, fornendo motivazioni convincenti ed evitando di fare riferimento ai compensi previsti. Per questo prima del colloqui è fondamentale informarsi bene sull’azienda, raccogliendo informazioni da sito web, canali social e comunicati stampa.

“Qual è l’obiettivo lavorativo che ha raggiunto finora?”

La terza possibile domanda è: “Quali obiettivi ha raggiunto finora?” Serve al selezionatore per capire quanto impegno la persona mette nel raggiungere lo scopo, pertanto è utile parlare delle esperienze maturate e delle promozioni ottenute.

Attitudini e capacità

Oltre al curriculum, chi gestisce un colloquio di lavoro cerca sempre di capire le attitudini e capacità del candidato.

“Quali sono i suoi punti di forza?”

Rispondere a questa domanda non è facile, è bene evitare lunghi discorsi su tutte le proprie esperienze e puntare, invece, sulle competenze che più si adattano al ruolo e alla tipologia di azienda per la quale ci si candida. Molto apprezzate sono le conoscenze delle lingue, la versatilità, la proattività, la capacità di imparare in fretta e lavorare in team. Ma attenzione: essere sempre sinceri!

“Quali sono i punti deboli?”

Tutti hanno punti deboli, quindi niente panico. Meglio non essere catastrofici e sottolineare qualche punto non particolarmente importante per la mansione da ricoprire, evidenziando cosa si sta facendo per migliorare gli aspetti in cui si è carenti.

“Quale situazione difficile ha affrontato nella sua precedente esperienza, e come l’ha risolta?”

In questo caso il selezionatore cerca di capire se il candidato è capace di risolvere problemi (il famigerato problem solving). Si tratta di una domanda molto importante, deve essere descritta la situazione e come è stata affrontata, mostrandosi sempre positivi e dinamici.

“Cosa non le piaceva del suo lavoro precedente?”

Su questo punto è bene ricordare che l’azienda potrebbe chiedere referenze al precedente datore di lavoro. Siate sinceri ma evitate un atteggiamento lamentoso, focalizzandovi anche su ciò che vi è stato di positivo nel vecchio rapporto e magari puntando su aspetti negativi della vecchia azienda che non si ritrovano in quella in cui si sta cercando di inserirsi.

Parlare dei progetti futuri durante il colloquio

L’ultima parte del colloquio verte sulle predisposizione del candidato per il futuro.

“È disposto a trasferirsi o a fare viaggi di lavoro?”

Una domanda che viene posta spesso è relativa alla disponibilità agli spostamenti. Qui la risposta dovrebbe essere scontata perché oggi le aziende cercano profili flessibili, in grado di seguire il lavoro, di mettere impegno per far crescere l’azienda. Nel caso in cui per problemi vari non sia assolutamente pensabile viaggiare o spostarsi, meglio ammetterlo subito.

“Quali sono i suoi obiettivi per il futuro?”

Lo scopo di questa domanda è capire se si è ambiziosi, misurare il grado di interesse in una crescita professionale e la propensione a prendersi delle responsabilità importanti.
È sconsigliabile in questa fase di fare riferimento a obiettivi di natura economica, riservando questo argomento ad una fase successiva della trattativa.

“Come si vede tra 5 anni?”

L’obiettivo è capire se il candidato sta cercando stabilità oppure se è possibile che ad un certo punto abbandoni l’azienda e i suoi progetti. Non bisogna mai dimenticare che per l’azienda un nuovo impiegato rappresenta una risorsa sulla quale investire, per cui è fondamentale poter fare affidamento sulla stabilità della stessa.

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